PRESENTAZIONE
Con piacere ho collaborato alla
realizzazione di questo opuscolo e alla preparazione dei piatti
artistici che fanno parte di tutto il lavoro portalo avanti dagli alunni
della IIA e dalle
Professoresse Livia Quintini. Laura Ripanti,
Vanda Romei, Rossana Santi
Le ricette. un pò abbandonate, dell'antica
cucina locale, hanno fatto il piacere del "buongustai" dl un
tempo e contemporaneamente hanno sfamato numerose generazioni...!
La
selezione che qui presentiamo ha privilegiato le ricette più comuni
dell'Alta Valle del Cesano e quelle che rappresentano meglio il legame
con la civiltà contadina
Sono ricette di un'economia povera fatta di
prodotti locali.
Nulla veniva sprecato. Il pane duro era ravvivato con
acqua e
insaporito con olio sale prezzemolo e con sottili fette di
aglio
Sì
chiamava "panzanella' e c' era pure un detto cha finiva in rima
e diceva "panzanella.............. e faccia bella! "
Sulla goletta affumicata o sulla
"pacca" del lardo, a turno, si strofinava il pane che
veniva così mangiato.
La polenta, a pezzi. veniva sfregata sull'
aringa appesa ad un filo. Alla fine sl mangiava l'aringa; la testa non
si gettava ma veniva mangiata a turno. Il pranzo e la cena erano
rallegrati da "gustoso!" "acetello".
Lo spunto al lavoro di ricerca che è parte
integrante della programmazione didattica è stato dato a]le insegnanti
dal corso di aggiornamento triennale "storico artistico
culturale" iniziato nell' a.sc. 1997/98.
La
riscoperta della propria identità culturale, dalle origini, dalle
tradizioni e degli usi contribuisce senza dubbio a far
amare la terra in cui viviamo ed in cui hanno vissuto i nostri antenati
L'opuscolo si prefigge inoltre di essere
un richiamo alle "radici" ed e un invito a "star bene"
mangiando cosa genuine proprie della nostra terra e che appartengono
alla così detta "dieta mediterranea"
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