Silvia Faggi Grigioni, SPETTATORI BAMBINI - Didattiche del linguaggio cinematografico e audiovisivo nella scuola, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, Ancona, 2009.
Rispetto alle esperienze di qualità che avvengono nelle scuole italiane, per una sorta di dannata insipienza, si corre spesso il rischio della dispersione e della dimenticanza: le tracce ci sono, ma si perdono in mille rivoli, mai del tutto noti, mai del tutto raggiungibili, si sbriciolano, evaporano, perdendo quella consistenza che le rendono vitali e disponibili per altre e nuove costruzioni.
Ma a volte capita, per una sorta di
virtuosa tenacia, che la documentazione riesca a concentrarsi ordinatamente
su carta e prendere una sorprendente consistenza, in grado di assumersi
meritoriamente altrettanta attribuzione
di valore. Non si tratta infatti soltanto di certosina
ricostruzione, ma la sistemazione dei documenti prodotti – la loro successione,
il loro intrecciamento, il loro apprezzamento –
genera qualità aggiunta in termini di sguardi interpretativi, di pensieri metacognitivi e di capacità intercettativa
di altri slanci. E’ il
caso di questa fortunata pubblicazione, che viene alla luce nel bel mezzo di un
percorso in cui dall’audacia pionieristica del Piano Nazionale Cinema per la
promozione della didattica del linguaggio cinematografico e audiovisivo nelle
scuole si passa alla disseminazione della rete regionale allargata, che non
colonizzerà di certo nuovi territori, ma
saprà conoscere e far riconoscere nuovi volti e nuove immaginazioni: tutti i soggetti
coinvolti – bambini, insegnanti, esperti, rappresentanti delle istituzioni , in
particolare
Accanto alla fortuna racchiusa nella sapienza della documentazione, c’è l’altra fortuna rappresentata dall’oggetto dell’esplorazione, l’aspetto poco noto ma dotato di urgente attualità della mediazione didattica per la conquista matura dei linguaggi, nella fattispecie del linguaggio cinematografico.
Un linguaggio che contiene la libertà e il rigore, che interpreta i soggetti e il mondo, che dialoga senza pudore con il pubblico, che cancella tutti i non luoghi dell’esistenza, che sempre si rinnova come potente comunicazione, perché parola, suono, immagine e movimento si coalizzano e da questa alleanza nasce un privilegio che trafigge la fisicità della percezione, ne oltrepassa i confini e sedimenta piacere estetico, misto di patimento e passione: e si capisce subito che l’intera elaborazione si colloca fuori e distante da una forma riduttiva e servizievole del fare cinema, adottando invece la pienezza e l’autonomia della cultura visuale, della sua insegnabilità e del suo gratificante valore formativo.
Lo scrivente - dirigente scolastico dell’istituto dove l’esperienza è vissuta e continua a vivere – manifesta la sua orgogliosa contentezza e ringrazia il mondo per questa opportunità, ben sapendo che ora i bambini coinvolti sono sicuramente più muniti o meno sguarniti sul fronte della conquista di una cittadinanza creativa,, obiettivo istituzionale della scuola pubblica e preziosa risorsa civile a vantaggio dei singoli, delle comunità di vita, della società intera.