Il responsabile della Pubblica istruzione dopo il rogo mortale
nel Veronese:i presidi devono puntare i piedi "Le scuole sicure sono solo
il 30 per cento"
De Mauro: ritardi collettivi, anchio ho accettato di mettere
troppe toppe,forse ci voleva più coraggio
ROMA - Non ha problemi a dichiarare che "solo il 30% degli
edifici scolastici è oggi conforme alle norme sulla sicurezza".
E
alcuni fili elettrici penzolanti dietro la sua scrivania ricordano che anche
lufficio del ministro della Pubblica istruzione non è in regola.
Di fronte
a una situazione complessiva sconfortante, Tullio De Mauro promette però
che entro il 2004 "tutte le scuole saranno messe a norma,
come da obbligo di legge".
E questo nonostante "sino a
ieri la sicurezza non sia stata certamente una priorità per
lazione politica". Perché la sicurezza non è stata un
priorità per lazione politica?
"Cè stata una negligenza collettiva, un ritardo che non
è di sinistra né di destra, che investe tutti i luoghi di
lavoro, comprese le scuole. Sono i ritardi di un Paese che sino a
30 anni fa era ancora prevalentemente agricolo".
Sono anche la realtà di alcune migliaia di scuole che oggi non
garantiscono la sicurezza ai propri alunni.
"Stiamo faticosamente uscendo da questa situazione. Gli
stanziamenti crescenti in finanziaria dimostrano che viene oggi
finalmente riconosciuta lurgenza del problema, e che questa
preoccupazione sulla sicurezza esisteva già".
Perché la legge 626, che è del 1994, deve essere applicata, nel
caso delle scuole, entro il 2004, ovvero a dieci anni di distanza
dalla sua approvazione?
"Perché anche il settore della sicurezza risente dei tempi
lenti, non
rispondenti ai canoni dellefficacia, della nostra macchina
pubblica.
E
perché la mole degli edifici da mettere a norma e lenorme
massa di denaro necessario, che oggi è disponibile, non ha
consentito di fissare un termine più breve".
Lei stesso però ammette che per tanto tempo la sicurezza non è
stata una priorità. Potevano farsi scelte diverse, destinare
prima maggiori risorse finanziarie?
"Le rispondo partendo ancora una volta dalla situazione di
questo edificio. Il ministero non ha mai fatto prove di
evacuazione, non è stato formato il personale, oggi si sta
adeguando alle norme, nel giro di questanno tutto dovrebbe
finalmente essere conforme alle regole di sicurezza.
Io per primo
non sarei dovuto entrare e lavorare in questa stanza. Ma sono
anchio un vecchio cittadino che ha accettato di mettere toppe.
Forse troppe.
Forse, e sottolineo forse, una cultura diversa,
maggiormente puntigliosa, incline a puntare i piedi, sarebbe stata
migliore e più coraggiosa".
Cosa consiglia ai tanti presidi che dirigono una scuola senza
impianti di sicurezza, costretti ad attendere lappalto bandito
dallente locale?
"Devono puntare i piedi, denunciare i ritardi, dichiarare per
iscritto che hanno più volte sollecitato il Comune a bandire le
gare per lappalto degli impianti. In questo modo si sgravano
delle eventuali responsabilità.
Certo, potrebbero anche non far
entrare i ragazzi e chiamare le televisioni. Ma su cosa sia meglio
fare ho già risposto con il richiamo alle toppe che tutti siamo
chiamati a mettere".
Quante sono le scuole a rischio amianto?
"Non lo sappiamo. Per esserne certi ci vuole lanagrafe
delledilizia scolastica che sarà pronta fra un anno e mezzo".
La Sanità progetta lospedale del futuro. Ledilizia
scolastica come
cambierà?
"Con la riforma dei cicli si va verso istituti
polifunzionali. Ci vorranno edifici ripensati completamente.
Ci vorranno tanti soldi. Spero,
da nonministro, di riuscire a dirlo meglio".