| | | | | | Gerusalemme, 20/11/2003
Cara Herta, mi manchi tanto e ho tanta voglia di vederti, di abbracciarti e soprattutto di condividere le mie emozioni e le mie paure con te. In quest'ultimo periodo nella mia città regna il caos e il terrore. Continui bombardamenti distruggono tutto. Non posso più giocare tranquillamente neanche con i miei compagni nel cortile di casa. In me regna sempre e solo la paura e penso che anche tu in questo momento provi le mie stesse sensazioni, il mio stesso stato d'animo. Sarebbe magnifico pensare a un mondo dove regni la pace, senza guerre, senza conflitti; un mondo dove il bene prevale sul male. Quante volte mi sono chiesta se possa esistere veramente un mondo del genere! Tante, ma la risposta è sempre la stessa. Per ora le cose non stanno così, ma in un futuro chissà… Quando penso che forse un domani il mondo possa cambiare, possa trovare un giusto equilibrio il cuore mi si riempie di speranza. E' così difficile vivere in pace? Evidentemente sì. La guerra, e credo che anche tu sia d'accordo con me, genera sempre altra guerra. Se si cercasse di meno di rispondere alle armi con le armi e si utilizzassero con maggior convinzione le vie della diplomazia le | | | |
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| | | | | | cose potrebbero andare meglio. Ho conosciuto persone che si sono prodigate e sono morte per la pace sperando che un domani il loro sacrificio servisse a qualcosa. A scuola l'insegnante di storia ci ha parlato di Gandhi e di Madre Teresa di Calcutta: a loro va spesso il mio pensiero, sono loro che dovrebbero essere presi come esempio. La pace è armonia, cooperazione, fiducia tra i popoli: la pace è tranquillità, è non avere più il terrore di altri attentati o bombe che da un momento all'altro possono colpire la città. Purtroppo però finché non ci sarà la fratellanza, finché litigheremo per un nonnulla che cosa speriamo di fare? La pace è un compito che non possiamo semplicemente lasciare a chi governa. Ognuno di noi deve cercarla dentro di sé, dimostrarla nelle proprie azioni. Se ognuno fosse più tollerante verso gli altri, mostrasse solidarietà verso i deboli e i bisognosi e maggior comprensione verso le idee diverse dalle proprie avremmo già fatto un passo verso la pace. Ora ti lascio, ricordati sempre che ti voglio bene e che sei la mia migliore amica.
Un grosso abbraccio
la tua Hedy
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| | | | | | Pergola, 15 novembre 2003
Cari Giacomo, Vittoria e Ludovica,
so che in questo momento state soffrendo perché per una missione di Pace vostro padre è un angelo che vola sereno e tranquillo su nei cieli. Dovete avere coraggio e pazienza: questo momento così brutto e angosciante passerà e lascerà i suoi frutti. Tutta Italia ma in particolare Pergola risente molto di una perdita così importante. Gesù Cristo l'ha voluto far morire perché il suo cammino tra noi era compiuto, altre persone più de | | | |
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| | | | | | linquenti invece vivono come "pascià", perché ancora non hanno capito. Io sono molto dispiaciuto per l'accaduto e spero che il sacrificio di vostro padre faccia comprendere a molta gente cosa significa Pace. Infatti se chiedi loro se sei per la pace o per la guerra, ti rispondono senza esitare un attimo che sono per la Pace, ma dopo qualche minuto li vedi fare a "cagnara" tra di loro. Vi abbraccio insieme a tutta la I B,
Tommaso
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