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IN GITA DAL PAPA CON UN PRETE SUPERVELOCE

Di M. Sebastianelli II D  Media di Serra S. Abbondio

Mercoledì 23 siamo andati a Roma all'udienza dal Papa. Quando siamo arrivati, l'autista ha detto che si dovevano fare 300 metri a piedi, invece prima di arrivare in piazza San Pietro, avremo fatto di sicuro più di 1km. Il prete aveva un cartello giallo e lo alzava come segno di riconoscimento, però dopo due minuti non si vedeva più perché andava velocissimo, perdendosi la maggior parte del gruppo. Arrivati in piazza San Pietro il Papa ha cominciato a parlare, ma non si capiva niente, dato che parlava in molte lingue straniere; quando è arrivato a parlare in italiano non si capiva niente lo stesso, perché essendo vecchio non riusciva a parlare bene. Dopo l'udienza siamo andati a mangiare (al sacco). Verso le due siamo entrati nella basilica, ed eravamo in gruppo, ma dopo due minuti ci siamo sparsi di nuovo tutti, per

ché il prete ha cominciato ad andare per conto suo senza guardare dove era rimasto il resto del gruppo.  Così mentre noi lo cercavamo in giro per la basilica lui era sotto nelle tombe. Dopo avere ritrovato il prete siamo scesi tutti insieme alle tombe. All'uscita abbiamo visitato a gruppetti alcune vie di Roma. Verso le sei siamo ripartiti.
A parte il prete che non si ritrovava più, la gita è andata molto bene, compreso il viaggio.

Credo che questa esperienza mi sia servita a :
1. passare una giornata diversa
2. perdere un giorno di scuola
3. capire che sono adatto a diventare Papa?

LA PRIMA NOTTE….IN ALBERGO

Di  Daniele Patrignani classe III C Medie di Pergola

Il giorno 14 aprile 2003, io e la mia classe (anche le classi 3^A-3^B-3^C-3^D-2^E) siamo andati in gita. Certamente è stato molto bello il viaggio; ma ancora  più bello il paesaggio; ma ancora più belle le opere d'arte; ma ancora più bella, in assoluto… la prima notte in albergo.
Arrivati il primo giorno in albergo, eravamo molto stanchi per il viaggio e per la lunga camminata fatta a Pompei, speravamo di poter salire nelle nostre camere, mangiare un boccone di "schifezze" (i cibi "moderni" pieni di cioccolato che i nostri nonni e alcuni genitori chiamano schifezze), andare dai nostri amici nelle camere, trascorrere qualche ora di euforia e tornare nelle nostre stanze  per prendere un ultimo boccone di schifezze, poi, metterci a parlare ed infine provare a dormire. Sfortunatamente per noi, non andò proprio così. Questo bellissimo piano di serata fu stroncato da tre cose: un po' il sonno; due tedeschi; e per ultimi… i proff.
Dopo una cenetta al ristorante dell'hotel, eravamo convinti che i proff. ci avrebbero lasciati andare nelle camere per poi collaudare il nostro piano di serata; qualche timore lo avevamo e sfortunatamente furono fondati i nostri sospetti. Per tutta la prima parte della serata, ci portarono a "prendere un gelato" (fu una vera mossa strategica, perché c'era l'afa napoletana e poi ci

presero alla gola). Come se non bastasse, dopo il  gelato speravamo di collaudare, se non tutto, almeno una parte del nostro piano, ma… niente. Quelle "canaglie" dei prof continuavano con pugno serrato il loro piano d'azione e come seconda mossa ci fecero stare a forza nella hall a guardare un film. Dopo aver fatto finta, anzi no, di essere stanchi ci avevano dato il permesso di andare in camera per dormire, ma… potevamo forse dormire? No! Convinti di esser soli, ci accorgemmo di essere sorvegliati. Come fare? Io e i miei compagni attuammo un piano geniale, non ci facemmo sentire e avevamo messo la luce della lampada in modo che non facesse luce vicino alla porta e attendemmo impazienti. Dopo molto tempo volevamo andare dai nostri compagni, ma prima di agire serviva vedere se c'era qualcuno. A questo punto due  miei compagni andarono vicino alla porta e con  "mani di seta" l'aprirono ma… ad un tratto la porta si spalancò da sola e come nei film dell'orrore i due protagonisti erano agitati. Forse uno stupido colpo di vento? Il proprietario dell'albergo? Un fantasma? No! Come in un vero film horror, il mostro!…Tiziano Perugini (al quale, come tutti saprete, la parte del mostro riesce molto bene). Dei due, il mostro-prof, ne prese solo uno, il più piccolo e indifeso: una bella strigliata, quattro ciabattate e poi via!
Questi furono gli atti del mostro-prof che ci lanciò dalle stelle dell'euforia alle sbarre del letto.
A parte questo inconveniente mi sono divertito molto.